Un solo nome, Gian Maria Volonté uno degli attori più straordinari che il cinema mondiale abbia mai potuto avere nel 1972 fu in tutti i sensi l’assoluto protagonista dei due film nostrani che a Cannes vinsero all’unanimità il Grand Prix (in quegli anni la Palma d’Oro era sospesa per problemi di diritto d’autore).
Trattasi di La Classe Operaia Va in Paradiso di Elio Petri e Il Caso Mattei di Francesco Rosi che quell’anno sbancarono la croisette, ebbene la giuria non gli assegnò il Prix d’Interprétation che forse avrebbe meritato per uno per l’altro o per entrambi, preferendogli Jean Yanne per Nous ne Vieillirons pas Ensemble (L’Amante Giovane) di Maurice Pialat.Una mia personale veduta delle cose è che questa scelta possa essere stata condizionata dall’ingombrante peso del valore del premio principale in ex aequo.
Sta di fatto che la giuria gli attribuì una menzione speciale che vale tantissimo e anche di più per stare a sottolineare la grande presenza scenica di Volonté che quell’anno stabilì un record senza precedenti e difficilmente ripetibile per film vincitori in ex aequo nei tre grandi festival.
L’attore milanese comunque si rifece in terra di Francia nel 1983 vincendo il premio per la migliore interpretazione per la Mort de Mario Ricci di Claude Goretta, per la cronaca vinse anche a Berlino l’Orso d’Argento per il migliore attore nel 1987 per Il Caso Moro di Giuseppe Ferrara.
Grazie di essere esistito Gian Maria!!!