Durante la cerimonia d’apertura della mostra di Venezia c’è stata la riunione storica dei direttori dei festival cinematografici europei più importanti ovvero Alberto Barbera a fare gli onori di casa per Venezia, Thierry Frémaux per Cannes, l’italiano Carlo Chatrian per Berlino, Lili Hinstin per Locarno, Vanja Kaludjercic per Rotterdam, Karel Och per Karlovy Vary, José Luis Rebordinos per San Sebastian e Tricia Tuttle per Londra purtroppo assente per motivi familiari.
In rappresentanza della comunità dei festival cinematografici è stato bello e doveroso riunirsi nel periodo più difficile della storia per il cinema…
Questo il testo del documento condiviso:
Siamo otto direttori di festival europei, in simbolica rappresentanza della comunità dei festival di tutto il mondo, riuniti in segno di solidarietà per l’industria del cinema che è stata duramente colpita dalla pandemia, e dei nostri colleghi che sono stati costretti a cancellare o a rinviare i loro festival. Direttori che fanno come noi questo bel mestiere di mostrare i film per accompagnare le opere, gli artisti e i produttori, per far comprendere il risultato del loro lavoro al pubblico e alla critica, e ribadire ogni giorno l’importanza dell’arte cinematografica. È quest’anno eccezionale, questa crisi, questo rimettere in discussione tante cose, che spiega la nostra presenza qui, oggi, e il nostro comune desiderio di prendere la parola per riaffermare il valore che noi attribuiamo al cinema.Potrebbe sembrare scontato, ma talvolta è importante ribadire l’ovvio. 125 anni fa, Louis Lumière inventò il Cinematografo e aprì le prime sale cinematografiche a Parigi, a Lione, e nelle città di tutto il mondo. Aveva inviato i suoi operatori anche qui, a Venezia, in quello stesso anno – il 1895 – in cui nasceva la Biennale di Venezia. Per tutti questi anni, e per tutto il Novecento, il cinema ha trionfato ovunque, le sale si sono trasformate in luoghi magici e i festival sono diventati gli eventi più belli del mondo. Ma quest’anno è successo qualcosa di straordinario e di inimmaginabile. Per la prima volta, nel 2020, è successo quello che neppure due guerre mondiali erano riuscite a fare: chiudere la sale cinematografiche, interrompere le riprese dei film, costringere numerosi festival a cancellare la loro edizione. Gli amanti del cinema non hanno potuto dar sfogo alla propria passione. Abbiamo patito l’assenza del cinema, la mancanza di nuovi film, non abbiamo potuto discutere di cinema litigando attorno ai film. È stato triste. Tuttavia, ci siamo resi conto di una cosa importante: se mai il cinema era stato così assente, mai era stato così presente. Presente nei nostri cuori certo, ma presente anche in tutti i mezzi domestici a nostra disposizione, nelle storie che ci si raccontava in famiglia. Il cinema viveva grazie ai ricordi, all’emozione e alla gioia che ci aveva offerto prima. Come i libri e la musica, anche il cinema ha fatto parte della storia del virus e del confinamento a cui siamo stati costretti.Provvisoriamente privati di ciò che è più caro, ne abbiamo compreso il valore. Oggi, le sale cinematografiche riaprono i battenti e, come per i festival, c’è un po’ di incertezza e un po’ di inquietudine. Ma lo fanno con speranza e convinzione, perché sanno che, ora più che mai, nessuno può fare a meno del cinema. Del cinema in sala, sul grande schermo, insieme con il pubblico, la sua voce, i suoi silenzi. Lo vogliamo ripetere con forza questa sera: dobbiamo prenderci cura delle sale cinematografiche. E tutti insieme, loro e noi, le sale e i festival, ci impegniamo a prenderci cura dei film, degli artisti, dei professionisti, dei critici, di quelli coloro che il cinema lo fanno esistere. È il momento di riaffermare il ruolo e l’importanza dei festival nel sostegno e nella promozione del cinema di tutto il mondo, e di quello europeo in particolare.
I festival non si limitano a essere delle vetrine promozionali per mostrare il meglio della creatività di autori e cineasti. Sono sempre più centri di cultura, luoghi di formazione al servizio dei giovani registi, scrittori e produttori che trovano in essi opportunità di per creare sviluppo e conoscenza, supporto professionale e finanziario. Sono occasioni di formazione culturale per il pubblico e di educazione dei giovani alla bellezza e alla ricchezza dell’esperienza cinematografica. Sono un luogo di ricerca e di confronto dove la creatività e la libertà di espressione artistica si concretizzano in un dialogo fecondo e necessario con il pubblico e la società. Per questi motivi, i festival rappresentano un insostituibile sostegno all’industria culturale, e alla produzione audiovisiva in particolare. In questi mesi, abbiamo tutti riflettuto al posto che occupa il cinema nelle nostre vite. È facile e non finirà mai: per noi, prima, la vita era il cinema; dopo, la vita sarà ancora il cinema. Aiutateci a mantenere questo impegno.
Viva il Cinema, Viva i Festival!!!